ORATORIO DEI VANCHETONI, e il suo quartiere, visita guidata con Marginalia. CON APERTURA STRAORDINARIA.

NUOVA DATA DA STABILIRE

RITROVO: ORE 15:30 davanti all’ingresso dell’Oratorio in via Palazzuolo, 17 Firenze

Conduce il percorso l’esperto d’arte sacra Marco Villani.

DURATA DE PERCORSO: Un’ora e trenta minuti

Percorso facile adatto a tutti.

QUOTA DI PARTECIPAZIONE: 11,00 euro a persona comprese le radio con auriolari

come sempre chi avesse i propri ( quelli del telefono con spinotto tondo) è gentilmente pregato di portarli per aiutarci ad un minor spreco di plastica.

Un’occasione unica per vedere l’Oratorio dei Vanchetoni, bellissimo luogo di culto con tante opere al suo interno che pochi conoscono poichè è sempre chiuso. Con Marginalia siamo riusciti ad ottenere questa apertura che ci darà ancora una volta la possibilità di ammirare un luogo nuovo nella bella città di Firenze.

PRENOTAZIONI SCRIVENDO A:

visiteguidate@associazionemarginalia.org  OPPURE INVIARE UN WHATSAPP al 366 4475991 

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UN PO’ DI STORIA:

La Congregazione dei Vanchetoni fu fondata alla fine del ‘500 dal Beato Ippolito Galantini. La costruzione dell’Oratorio e degli ambienti annessi, risalgono tra il 1602 e il 1620, su progetto dei fratelli Matteo e Giovanni Nigetti e furono edificati su una parte degli orti concessi dai frati francescani di Ognissanti. Il complesso è composto da un ampio atrio, dall’aula confraternale o Oratorio. Dalla Cappella del Beato e dalla sagrestia antica. Il Beato Ippolito ebbe sempre il sostegno morale e fattivo della famiglia Medici e grazie al loro contributo fece costruire la facciata. L’atrio, l’imponente altare e fu affrescato parte del soffitto. Il soffitto è suddiviso in tredici riquadri.

Qui sono riportate

scene di Santi e del Beato, e furono dipinti da Domenico Pugliani, Giovanni Martinelli, Cecco Bravo, Baldassarre Franceschini detto il Volterrano, Lorenzo Lippi e il pittore veneto Pietro Liberi che affrescò il grande ovato centrale con l’effige dei Medici. Questo grande affresco del soffitto è ritenuto dalla critica d’arte come una delle testimonianze più importanti della pittura fiorentina del seicento.

Alle pareti, nella parte alta,

vi sono inoltre affreschi di Niccolò Nannetti e Rinaldo Botti, oltre a questo nella parte bassa, troviamo una ampia struttura lignea. Gli stalli confraternali, che furono opera di Giovan Battista Paolesi e risalgono intorno al 1750. Sul retro dell’altare è posta la Cappella del Beato. La sagrestia conserva pregevoli mobili intagliati e intarsiati che risalgono tra il XV e il XVI secolo. Famosa era la “Cena dei cento poveri” che veniva offerta in questo Oratorio, l’ultima domenica di Carnevale.

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