Due giorni fantastici a Roma

Per scoprire i misteri della città sotterranea, visitando San Clemente e lo Stadio di Domiziano, un affascinante trekking urbano in notturna

ai Fori Imperiali, cena con spettacolo in un locale caratteristico al Colosseo. 

Tutto completamente guidato dalle nostri bravi storici dell’arte.

 

Viaggio in pullman andata  e ritorno

Pernottamento in Hotel 3 stelle cena in luogo caratteristico con spettacolo

Prima colazione

Le visite guidate saranno a cura di storici dell’arte e tutti i partecipanti saranno muniti di auricolari per migliore l’ascolto

 

Prenotazioni e ulteriori informazioni  alle seguenti mail:

visiteguidate@associazionemarginalia.org

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Tel: 366 4475991

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Fax 0574 757273

 

alcuni cenni storici:

Scavi di San Clemente

Al di sotto della basilica inferiore di San Clemente si trovano varie strutture romane. I resti più antichi sono quelli di un edificio a base rettangolare composti da muri in grossi blocchi di tufo. Il lato breve misurava 29,60 metri, mentre quello lungo, oltre una serie di piccoli ambienti, non è completamente scavato. Queste stanze, che si allineano sul muro esterno, sono larghe 4,30 metri e coperte da volta a botte in opera reticolata intervallata da laterizi (opera mista); nel senso della lunghezza sono tagliate dal muro di sostegno degli edifici soprastanti. In base alla tecnica edilizia questo edificio è databile all’inizio del I secolo a.C., prima del grande incendio del 64.

Alla seconda metà del II secolo d.C. risale una seconda abitazione, posta alla spalle della prima, della quale non si conosce l’ingresso. In quello che era il pianterreno si contano quattro file di stanze, due delle quali hanno la volta decorata da stucchi; quattro sono anche i corridoi che circondano un cortile interno; uno scalone porta al piano superiore del quale resta solo il muro orientale e qualche parete. Forse il pian terreno era già a un livello sotterraneo, per cui l’ingresso forse si trovava al primo piano, come sembra suggerire anche la presenza della volta a botte nell’edificio di tufo, che sorreggeva il pavimento a questo livello.

Il Mitreo

Nel secondo quarto del III secolo il cortile della casa di epoca imperiale venne trasformato in mitreo: furono allora chiuse le porte che vi si affacciavano e venne creata una volta a botte col soffitto decorato da stelle, alludendo alla simbologia del mitraismo. In fondo venne creata una nicchia dove si trovava la statua del dio Mitra e venne collocato l’altare, ancora presente, con il dio Mitra che uccide il toro sul lato principale e i dadofori Cautes e Cautopates sui lati. Lungo le pareti si trovano i consueti banconi in muratura dove sedevano i fedeli.

Stadio di Domiziano

Tutti sanno che Piazza Navona ricalca con la sua forma la Stadio di Domiziano, sui cui spalti vennero costruiti i palazzi che si affacciano sulla Piazza. Meno conosciuti sono invece gli eventi che portarono alla scoperta di una parte dei fornici della curva nord dello Stadio, oggi comodamente visitabili.
Nel 1888, iniziarono i lavori di sventramento per collegare il Ponte Umberto al prolungamento di Via Nazionale. Quest’ultima, arrivata a Piazza Venezia, avrebbe proseguito, tagliando tutto il centro, fino a Ponte Risorgimento. La strada prese poi il nome di Corso Vittorio Emanuele II.
Si realizzò quindi il primo tratto, fino a Piazza di Tor Sanguigna, cui si diede il nome di Via Zanardelli, senza attuare fortunatamente il progetto che prevedeva il passaggio dell’arteria viaria all’interno di Piazza Navona.
Si arrivò così, al 1931. Il Piano Regolatore Generale varato in quell’anno prevedeva una variante al vecchio PRG, con nuova arteria ad est di Piazza Navona, l’odierna Corso Rinascimento, ma anche la demolizione e ricostruzione degli edifici che si trovavano sul lato nord di Piazza Navona. Durante i lavori, nel 1936, al di sotto delle case vennero alla luce i resti dello Stadio di Domiziano, un’enorme struttura, orientata secondo l’asse Nord-Sud, capace di accogliere circa 30.000 spettatori, con una pista lunga 240 metri e  larga 65. Oggi la piazza occupa esattamente questo spazio, mentre tutti gli edifici che vi si affacciano poggiano le loro fondamenta sulle rovine delle gradinate.
Le strutture vennero alla luce, grazie agli scavi diretti dal Colini durante il periodo del Governatorato; le più imponenti furono poi inglobate all’interno di un brutto palazzone dell’INA (Istituto Nazionale Assicurazioni), opera del Foschini, alla cui costruzione non si volle rinunciare.

Lo stadio fu il primo edificio ad uso sportivo in muratura costruito a Roma. Ne fu fautore il terzo Imperatore della Gens Flavia, Domiziano appunto, che lo fece edificare intorno all’86 d.C..
Stadio e non Circo, si badi bene: la differenza consiste nel fatto che la pista di un Circo era divisa in due da una “spina” e da obelischi e mete, per permettere le corse dei carri lungo un tracciato ed aveva ai due estremi delle curve; lo Stadio, invece, consisteva in una pista senza alcuna divisione e con uno dei due lati piatto. Lo Stadio infatti era deputato alle gare ginniche: corsa, lotta, pugilato.
Lo stadio rimase in funzione fino al V secolo. A partire dall’VIII secolo sullo stadio sorsero oratori, poi nell’XIII secolo case e torri e a partire dal Rinascimento chiese e palazzi.

Oggi i resti sono visibili anche da un’apertura lasciata a livello strada su Piazza di Tor Sanguigna, che si affaccia quattro metri più in alto. Dalla stessa piazza si accede all’ambiente sotterraneo, in questo caso illuminato dalla luce naturale grazie a grandi chiostrine lasciate al di sopra dell’area.
E’ possibile così passeggiare fra grandi strutture, nelle quali si riconoscono arcate su pilastri e muri radiali in laterizio posti ad arco, in quanto ci troviamo sulla curva nord dello stadio. Sono ancora visibili anche le gradinate che portavano agli ordini superiori delle gradinate. In alcuni punti è ancora in situ lo stucco che ricopriva alcuni punti dello stadio.

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