Villa Medicea di Poggio a Caiano e la “VISITAZIONE di Pontormo. VISITA GRATUITA per i Soci di Marginalia
Villa Medicea di Poggio a Caiano e la “VISITAZIONE di Pontormo.
RIPROPONIAMO LA VISITA GRATUITA per i Soci di Marginalia
per chi desidera, dopo il percorso potremo fermarci tutti insieme per una pizza alla Pizzeria Ambra di Poggio a Caiano
NUOVA DATA DA STABILIRE
Marginalia propone una VISITA GRATUITA per tutti i soci alla Splendida Villa Medicea di Poggio a Caiano e una delle opere più suggestive di Pontormo “LA VISITAZIONE” che è stata posta all’interno della villa, in attesa che la sua sede originale, la Chiesa di San Michele a Carmignano, venga restaurata.
RITROVO ORE 15:15 davanti all’ingresso della Villa Medicea, NON fuori dal cancello ma dentro dal giardino. L’ingresso, guardando il cancello centrale (che è chiuso) è sulla sinistra, si entra dal cancello piccolo
Guarda la foto di seguito per il punto d’incontro:

Tutti i partecipanti saranno microfonati per miglior ascolto.
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FOTO di: Silvano Cinelli







Brevi cenni storici
La villa fu voluta da Lorenzo il Magnifico affidando all’ architetto Giuliano da Sangallo il progetto. Il Maestro cercherà di unire elementi classici con quelli dell’architettura rurale toscana e il risultato fu un classico del Rinascimento, ispirato anche all’armonia di Leon Battista Alberti, realizzata in cima a un poggio e con un portico rialzato e il frontone che la proietta quasi nel panorama.
La costruzione cominciò verso il 1480 su un podere acquistato dal Magnifico da Giovanni Rucellai che a sua volta lo aveva acquisito dagli Strozzi, e Lorenzo, come faceva anche a Careggi, vi riuniva la sua corte umanistica. Solo la morte del Magnifico nel 1492 interruppe la costruzione della nuova dimora.
Ma suo figlio Giovanni, diventato Papa con il nome di Leone X, li riprese una ventina di anni dopo, con il rientro dei Medici a Firenze dopo la loro cacciata, facendone vanto della famiglia, che ormai regnava su Firenze e mezza Toscana, attraverso un ciclo di affreschi, ideati dall’umanista Paolo Giovio che, con la scusa di narrare la storia romana, celebrava la famiglia e a cui lavorò anche il Pontormo.