La fiaba Raperonzolo e la maga Gothel

Raperonzolo è una fiaba della tradizione europea, pubblicata dai fratelli Grimm nella raccolta Fiabe (1812-1822)

col titolo originale Rapunzel.

Il brano che segue è tratto dal Blog  Fiabe in analisi di Marcella Andreini 
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La nostra Raperonzolo, proprio come le verdure da cui prende il nome, vive nascosta in parte. Infatti la sua parte inferiore del corpo non si vede quando si sporge dalla torre ma si nota “il ciuffo”. Ossia la testa contornata da splendidi capelli dorati e lunghissimi. La parte inferiore del corpo viene reclusa dalla maga quando Raperonzolo raggiunge l’età di 12 anni e una bellezza unica. Raperonzolo divenne la più bella bambina del mondo, ma non appena compì dodici anni, la maga la rinchiuse in una torre. Una torre alta alta che non aveva scala nè porta, ma solo una minuscola finestrella in alto.

Questa prigionia è un negare la femminilità della ragazzina che sta sbocciando e che la maga, per gelosia. Non vuole possa essere ammirata ed amata da un uomo. Nella fiaba il nome Raperonzolo deriva dalla voglia di raperonzoli che la madre della bambina aveva durante la gravidanza. Vedeva i raperonzoli nel giardino della maga e li desiderava talmente tanto che il marito andrà a rubarli. Scoperto dalla maga, Gothel, questa per lasciarlo in vita gli fa promettere che alla nascita, avrebbe consegnato a lei la bambina.

 

Nella tradizione popolare, giunta fino ai nostri giorni, si ritiene sia pericoloso non soddisfare le “voglie”. Cioè i desideri che assalgono la donna durante la gravidanza e chi le sta intorno è tenuto a fare il possibile per soddisfarle.

Il padre di Raperonzolo ha così sfidato il male (la maga), si è intrufolato nel giardino recintato della maga. Infine ha dovuto ripagare il male che aveva sfidato, promettendo la figlia a lungo desiderata.

Il giardino rappresenta un luogo esoterico e magico

(vi rimando al post La magia del giardino) dove dalla terra nascono alimenti per il sostentamento dell’uomo. Dove quegli stessi alimenti marciscono andando a nutrire la terra e le nuove piante che nasceranno. Violare un luogo magico non può non portare che effetti devastanti. La maga Gothel aveva nascosto il corpo della giovane ma aveva sottovalutato un’altra sua forma della sua bellezza. La voce o, meglio, il canto.

 

Fu proprio sentendola cantare che un principe passò da sotto la torre e se ne innamorò.

Anche lui come aveva visto fare alla maga Gothel chiamò Raperonzolo. “Oh Raperonzolo, sciogli i tuoi capelli che per salir mi servirò di quelli!”. Aggrappato ai suoi capelli salì nella torre e così fece per tanti giorni. Quando la maga se ne accorse, tagliò le trecce a Raperonzolo e l’abbandonò nel deserto.  Qui dette alla luce 2 gemelli. Intanto il principe, salito sulla torre trovò la maga, disperato, si gettò giù dalla torre. Si salvò ma perse la vista da entrambi gli occhi. Triste errò per i boschi nutrendosi solo di erbe e radici e non facendo altro che piangere. Alcuni anni più tardi, capitò nello stesso deserto in cui Raperonzolo viveva fra gli stenti con i suoi bambini. La sua voce gli parve nota, e nello stesso istante anch’ella lo riconobbe e gli saltò al collo. Due lacrime di lei gli inumidirono gli occhi; essi si illuminarono nuovamente, ed egli potè‚ vederci come prima. 

 

La bella Raperonzolo, rinchiusa in una torre senza porta e finestre da cui sembra impossibile uscirne, ci riuscirà grazie alle sue forze: la voce e i lunghi capelli. Una voce che incanta e fa avvicinare il principe, ossia l’amore; i capelli che come la voce fluttuano nell’aria, apparentemente fragili ma in realtà talmente forti da fungere da scala su cui sale, da prima il male (la maga) e poi il bene (il principe).

Sul blog Farfalle Eterne un’analisi di Raperonzolo e i suoi capelli

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